da Il Giornale di Vicenza di domenica 08/12/2013

Chiuso l’acquedotto di Bertestina dopo che sono emerse sostanze cancerogene oltre i limiti di legge «Nessun rischio per la salute».

Dai rubinetti di quasi mezza città non sgorga, o meglio non sgorgava, acqua sana. La premessa è doverosa: la situazione al momento è sotto controllo. Ma a palazzo Trissino è scattato «un campanello d’allarme comunque grave», come ha riferito il sindaco, dopo che tre giorni fa l’Ulss 6 ha trovato tracce di una sostanza cancerogena nell’acquedotto servito dal pozzo di Bertesina.

Dai rubinetti di quasi mezza città non sgorga, o meglio non sgorgava, acqua sana. La premessa è doverosa: la situazione al momento è sotto controllo. Ma a palazzo Trissino è scattato «un campanello d’allarme comunque grave», come ha riferito il sindaco, dopo che tre giorni fa l’Ulss 6 ha trovato tracce di una sostanza cancerogena nell’acquedotto servito dal pozzo di Bertesina.
IL FATTO. La notizia è stata riferita nella giornata di ieri («perché – spiega Achille Variati – non volevamo creare inutili allarmismi e avevamo bisogno delle indagini sugli altri pozzi della città») ma tutto comincia giovedì pomeriggio, quando le analisi dell’azienda sanitaria e dell’Arpav segnalano la presenza di un valore di 1,1 microgrammi per litro di cloruro di vinile monomero in uscita dal pozzo di Bertesina. Il nome non dice granché. Si tratta di una sostanza cancerogena che, secondo le tabelle di potabilità fissate dalla legge, dovrebbe al massimo raggiungere il limite di 0,5 microgrammi per litro.
I PROVVEDIMENTI. Subito scattano le operazioni di messa in sicurezza. Acque vicentine isola gradualmente il pozzo inquinato, fino a chiuderlo definitivamente alle 14 di venerdì. Le utenze servite (la zona est della città, ma anche Villaggio Montegrappa a Quinto, le frazioni di Casoni, Pini e Montesanto a Torri di Quartesolo e Lisiera a Bolzano Vicentino) vengono allacciate al pozzo Bedin, situato nei pressi di via Ragazzi del ’99, dove le analisi non registrano alcun valore anomalo. Stesso esito per tutte le altre indagini effettuate sul resto della rete e in particolare sui restanti pozzi: Laghetto e Moracchino.
NESSUN PROVVEDIMENTO. La domanda a questo punto è d’obbligo: quali sono i rischi? L’Ulss 6 non ha rilevato la necessità di procedere con ordinanze, riscontrando la piena potabilità dell’acqua dopo l’intervento. Secondo Dario Foà del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione, i valori riscontrati nel pozzo di Bertesina sono molto lontani dagli indici di tossicità in grado di creare rischi per la salute. Potenziali effetti cancerogeni si verificano infatti solo in caso di concentrazioni molto più alte di quella riscontrata nell’acquedotto.
I QUESITI. Fin qui le notizie positive. Resta, però, da capire da quanto vada avanti l’inquinamento. «Al momento – aggiunge Fabio Trolese, direttore di Acque vicentine assieme a Lorenzo Altissimo del centro idrico di Novoledo – non siamo in grado di dire quando è stata effettuata l’ultima verifica riguardante il cloruro di vinile monomero». Il che significa che i 20 mila vicentini coinvolti dovranno comunque attendere per avere ulteriori dettagli. «Non è che la questione finisce qui – conclude Variati – anzi, inizia. A questo punto le falde vanno monitorate costantemente».

Nicola Negrin