Il bacino è vicino. A Torri il sindaco ha le antenne dritte per captare novità sul nuovo bacino di Marola. Stando alle dichiarazioni del governatore del Veneto Luca Zaia, il bacino sarebbe in “pole position” per essere finanziato: l’ha ribadito facendo il punto sulle opere programmate dalla Regione per la sicurezza idraulica del Veneto sia ad inizio anno, sia nella recente inaugurazione del bacino di Caldogno.
«Notizie certi sui tempi e sui finanziamenti ancora non ne abbiamo – spiega il sindaco Ernesto Ferretto -. Nei prossimi giorni abbiamo una serie di incontri con i tecnici della Regione per capire a che punto è la situazione. Pare che da Roma siano arrivati dei finanziamenti».
Una volta finanziata l’opera (costo complessivo: 32,5 milioni di euro), la Regione bandirà l’appalto e la ditta vincitrice potrà realizzare il progetto esecutivo e dare inizio ai lavori. Stando al progetto definitivo approvato dalla Regione, il bacino avrà una capacità di 2,2 milioni di metri cubi d’acqua e occuperà una superficie di 80 ettari tra il torrente Tribolo e il Tesina, fino al confine con il Comune di Vicenza. L’arginatura sarà lunga 4 chilometri e in parte si raccorderà con l’argine del Tesina. «Chiederemo alla Regione – continua il sindaco – di valutare bene gli effetti che avrà la realizzazione del bacino di Sandrigo e capire se sarà necessario anche quello di Marola. Chiederemo che venga eseguita la manutenzione delle sponde del Tesina. E va trovata una soluzione per i residenti di contrada Palù».
In contrada Palù risiedono alcune famiglie per una quindicina di persone. Alle spalle delle abitazioni c’è l’argine del Tesina. Di fronte, verrà realizzato l’argine del nuovo bacino, alto circa sei metri. «La cosa ci preoccupa – racconta Giorgio Busolo, uno dei residenti –. Se il Tesina esondasse, come nel ’66, l’argine del bacino impedirebbe all’acqua di defluire e formerebbe una piscina».
Il progetto definitivo prevede una via di evacuazione per i residenti. «In una situazione del genere, però, il deprezzamento dei terreni e delle case sarebbe notevole – dichiara Franco Zanettin, -. Se mi offrono un indennizzo, io sarei disponibile ad andarmene». «Valuteremo l’offerta – gli fa eco Busolo – ma sono nato qui, sul terreno comprato da mia nonna con i soldi che il nonno mandava dall’America. È difficile pensare di andarsene».
«Un’opera che andrà ad alleggerire le piene del Bacchiglione è certamente utile – riferisce l’architetto Roberto Grisolìa, capo dell’Ufficio tecnico comunale -. Una volta realizzato, però, dovremo rivedere il piano di intervento in caso di piena. Ad oggi, quando a Pedescala l’acqua raggiunge un certo livello, abbiamo otto ore per mettere in sicurezza il ponte di via Roma con le paratie mobili. Con un bacino così vicino al centro, dovremo rivedere completamente le procedure».
Andrea Frison
Questo articolo é stato pubblicato 2 Febbraio 2016, 18:56 ed é archiviato sotto Quartiere. Resta aggiornato attraverso il feed RSS 2.0.
Tanto i commenti quanto i ping non sono permessi.